Quelle mignotte ribattezzate escort
Tu vinci? E io ti fotto, grazie all’arruolamento
di mignotte variamente
titolate e diversamente
compiacienti. Ma a noi non interessa
punto parlare di costoro e d’inseguire i
media nazionali e internazionali nel loro
mirato scandalismo da bottega e perciò
perdente. Nonostante le strategie di
Murdoch e le ambizioni di Draghi.
A noi interessa mettere in evidenza i
comportamenti ancora una volta intrecciati
tra esponenti politici e toghe “democratiche”
della Supercasta.
E così accade che subito dopo le
“scosse” evocate dal Lider Massimo e la
chiamata in causa – nel senso che “si è
chiamata in causa” su interessamento
dei neogarantisti e neobacchettoni del
Pd – della scosciata D’Addario, da Bari
parte un’inchiesta “parallela” sulla
“escort”: una scheggia stralciata da una
maxi-inchiesta della Procura su illeciti
nella gestione sanitaria pugliese targata
centrosinistra. Stranamente la fuga di
notizie riguarda le presunte markette
mentre – subito dopo! - l’inchiesta viene
secretata. Per essere “riaperta” dopo il
ballottaggio barese che vede eletto alla
grande l’ex-pm Michele Emiliano, garantista
di se stesso e generoso inquisitore
di D’Alema ai tempi degli sperperi
della missione Arcobaleno
Dai al corruttore al pedofilo, al
“pappone” e giù le mani dall’inchiesta
sulle escort pugliesi. E chi è che va a dirigere il coro? Tale
Gianrico Carifiglio, ex procuratore nella Procura di Bari (in cui
opera come pm la moglie), senatore per meriti del Pd (1).
Le chiamano “scosse”. Roba da mignotte, da democristiani Doc
e da strateghi vetero-comunisti e di magistrati a costoro collegati
per antica fede marxista, lungo la scia della via giudiziaria al potere.
E che fa il Cavaliere invece di mettere in riga le toghe e di zittire
in tal modo i giornalisti organici di Repubblica e dell’Economist?
Quegli stessi che difesero Clinton e il portavoce di Prodi, Sircana,
che andava a trans, e di cui - giustamente - Enzo Biagi scrisse “fa
bene il suo lavoro, quello che fa dopo cena non m’interessa ”. I difensori
strenui delle istituzioni e dei loro vizi che tacciono su quanto
dichiarato in questi giorni da Cosimo Mele – sì, proprio quello
della notte brava all’Hotel Flora – sui giri di droga nei cessi della
Camera e dell’agende fitte di nomi di escort e di trans. L’Uomo di
Arcore corre negli Usa per esser promosso da cameriere a maggiordomo
grazie alla sua disponibilità ed alle conseguenti promesse
fatte all’abbronzato Obama I. Accoglimento di prigionieri di Guantanamo,
appoggio all’entrata della Turchia nella Ue ricorrendo al
machiavello del “contingentamento” delle quote d’ingresso dei cittadini
turchi nell’Unione, funzionale al superamento delle resistenze
tedesche e francesi, rafforzamento del contingente militare
italiano nella IV guerra dell’oppio . E poi per consolidare le sue difese
mette la kippa e riceve in Roma l’accorrente Nyetanau, quello
che comanda veramente. E che vuole sapere dell’incontro con gli
yankee per dare, quindi, precisi ordini al vassallo italiano.
Andiamo ora ai culi bianchi, ai cupi delle Caste. Chi come noi
ha una concezione gioiosa e mai bigotta della vita, chi si batte da
sempre contro l’ingiustizia di cui è parte non secondaria l’aria
stantia dell’ipocrisia togata e istituzionale, di gente che fa sesso alla
stessa maniera con cui ruba, nascondendosi e guastando laidamente
tutto ciò che tocca, vi invita ad aprire le finestre e a far cambiar
aria, a gettar giù puritani e moralisti d’accatto.
Paolo Signorelli
MAGGIO GIUGNO 2009