FINEIDE, da minima immoralia a immoralia
Di Gianfranco Fini non ci siamo mai interessati se non per Res Parvae – minima immoralia -, per
mettere in evidenza chi fosse il moralista d’accatto che nessun rispetto meritava a fronte dei tanti
furbi e corrotti che popolano ormai stanzialmente laColonia Italia. Il fatto è che dei tradimenti del personaggio,
a me ben noto, della frequentazione della City e di Wall Street , del suo andare in giro con Kippa per
Sinagoghe, del suo presunto esser frammassone non ce ne fotte niente. Abbiamo sempre lasciato ai politologi
(quelli che gli scrivono i libri e cercano inutilmente di acculturarlo), agli storici, ai collezionisti di patacche il
compito d’interessarsene.
Le sue labbra a culetto ci hanno sempre esteticamente non poco infastidito. Dell’arroganza e della supponenza
ne ha fatto una sciatta casacca, da quando calato a Roma da Bologna stretto nel suo impearbilino bianco
entrò nelle grazie dell’Assunta e del Grande Capo Almirante. Chi fu e chi è politicamente lo può dire a buon ragione
Marco Tarchi, della sua viltà ne può parlare ( e lo ha fatto scarsamente ascoltato) Sergio Mariani, detto Folgorino,
al quale cialtronescamento John Wayne portò via la moglie Daniela. Tante e tante cose potremmo
raccontare sul “politico” e sulla sua ciurmaglia di collaboratori. Ad iniziare dal “concussore sessuale”
Salvatore Sottile (suo portavoce) all’affarista (suo segretario personale e poi politico) Proietti più noto come
Checchino. E via a seguire con i La Morte e la fedelissima Rita Marino che ancora dopo il Terremoto
dell’Aquila coltivava rapporti di affari con l’imprenditore Piscicielli, proprio quello che rideva mentre la
Città Federiciana crollava. Chi è che ricorda che l’amico dei giudici venne querelato
per diffamazione da Woodcock e che – fatto strano per l’inventore di Vallettopoli – costui ritirò la
querela grazie alla “nobile” lettera con cui Fini si scusava e rinunciava alla fruizione del Lodo Alfano?
I Tulliani, Montecarlo, l’appropriazione fraudolenta dei beni dei militanti?
Siamo in piene “immoralia”, con panni sporchi risciacquati nella lavanderia condominiale. Un condominio
chiamato destra che rassomiglia molto a quello molisano dell’Uomo di Montenero…
Non parleremo, per ragioni di buon gusto e di etica, di Cuori Neri: lo ha già fatto lucrando oltre ogni misura
Luca Telese.
E però vorremmo ricordare come le fortune di un cialtrone non abbiano nulla a che fare con i suoi meriti
politici. Nessuno si domanda quali alleanze e quali poteri che contano Fini ha dietro di sé.
Mai sentito parlare di Luttwak e delle bande amerikane che s’interessano di sistemare al meglio i loro
camerieri italiani?
Nessuno ha fatto caso all’indignazione del boss a seguito dell’incidente di percorso del Presidente (imposto)
della Camera dei Deputati?
Eppure Luttvak investì pubblicamente Fini a successore di Berlusconi. Lo fece il 2 dicembre 2009 in diretta
a Ballarò.
Non c’è gara tra un leccaculo istituzionale, privo di qualsivoglia senso della morale e dell’onore, ed un cameriere
che si prende inaccettabili licenze quali l’esser amico di Putin e di Gheddafi.