EMERGENZA OMOFOBICA

 

E ci siamo arrivati. Abbiamo più volte scritto e denunciato in pubbliche manifestazioni le
tecniche usate dal sistema per poter alimentare in ogni modo la Strategia della Distrazione che
poi non è altra cosa da quella cosiddetta della Tensione, terminologicamente inventata dalla stampa
britannica negli anni detti di piombo. Si costruiscono, insomma, emergenze e poi altre ancora cercando
di distrarre l’attenzione della opinione pubblica dai problemi reali che non sono costituiti dalla sicurezza
ma dalla speculazione che produce fame. E dall’ingiustizia sempre più manifesta in ogni sua
espressione: da quella giudiziaria a quella sociale. La “loro” sicurezza. Ronde, schedatura dei clochard,
nuovo aggravamento del 41 bis, carta per gli ultras…Il resto è il niente: solo vuote dichiarazioni
d’intenti in attesa di nuovi eventi distraenti e, quindi, giusticativi di nuove attività repressive da utilizzare
come ammortizzatori sociali. Sperando nell’imbecillità emulativa di qualche ragazzotto in vena
di emozioni. Oppure in “servizievoli” attività di intelligence… Ed ora si costruisce l’emergenza
omofobica e si creano nuovi allarmi sociali e nuove norme dette di sicurezza. Prendendo il pretesto da
alcuni episodi marginali di violenza verificatisi a Roma ed aventi come oggetto la comunità gay. Sia
chiaro che noi non abbiamo nulla contro i “diversi”: futti chi futti che poi Dio ti perduni , recita un antico
adagio siculo. La saggezza popolare disegna da sempre i confini dei comportamenti morali. Ma ciò
che c’infastidisce è l’ostentazione della “diversità”, l’orgoglio manifestato pubblicamente ed esteticamente
insopportabile. E poi il vittimismo: il piagnisteo verso talune forme di non accettazione del loro
orgoglio da parte dei “normali”. Un vittimismo che non ha motivo di esistere solo se si ricordasse il potere
supernazionale della lobby gay e il giro di denaro che essa sa muovere (mai sentito nominare Soros?
Tanto per fare un nome.). Eppure i politici nostrani e con essi naturalmente la stampa che fa
opinione - insorgono in difesa dei gay e dei loro diritti violentati dalle azioni di qualche giovinotto che
mal tollera certe esibizioni con bacio pubblico o la istituzione riconosciuta e protetta della “gay street”
laddove per i Romani ha da sempre rappresentato lo “Stradone” di San Giovanni. Ed è gara per cercare
di dimostrare a chi è più indignato ed a chi è più bravo nel chiedere norme di legge speciali in difesa
dei gay. “Siamo di fronte a una regressione civile e culturale che ha come principali responsabili tutti
coloro che in questi anni hanno strizzato l’occhio a posizioni xenofobe e intolleranti” sostiene il presidente
della Provincia Zingaretti cui fa eco da Rimini il vice-sindaco di Roma Alemanno (prima neofascista,
poi neocirconciso ed ora amico dei gay e pure infame per aver costretto la magistratura romana
ad arrestare l’aggressore di due “diversi” in bacio pubblico) che arriva a sostenere che il problema è
la “certezza della pena”(?) e per questo chiede una legge che introduca le aggravanti “per i gesti di intolleranza
sessuale, che è indispensabile”. E i movimenti gay, in giustificato orgasmo, pretendono speciali
servizi di protezione e norme duramente repressive contro la violenza omofobica. C’è chi giunge
a chiedere l’applicazione della legge Mancino-Modigliani per l’intolleranza sessuale. Siamo ormai
in piena “emergenza” che corre parallelamente alla Gripe Puerca inventata dalle multinazionali dei farmaci
in calore di pandemia e di denari. Sarebbe interessante inquadrare nella costruita
emergenza l’affaire Boffo. Ma lasciamo a chi si muove sotto l’ombra della Curia il farlo. Fatti loro,
storie di falso moralismo utilizzato per motivi internidi potere nella Santa Romana Ecclesia.